Mondiali 2022: si dirà ancora che una partita dura 90 minuti?

Alcune frasi o luoghi comuni del calcio sono duri a morire: “le partite durano 90 minuti”, la palla è rotonda”, “si gioca in 11 contro 11”, e qualcuno come Gary Lineker ci ha anche aggiunto che “alla fine vincono sempre i tedeschi”.

Sulla rotondità della sfera di gioco e sul numero di giocatori abbiamo poco da dire, mentre sull’infallibilità dei tedeschi ai Mondiali cominciamo ad avere dei dubbi.

Anche i 90 minuti di una partita sono ormai un concetto superato, e questi Mondiali 2022 in Qatar ne sono una conferma. Pierluigi Collina, presidente della Commissione Arbitri della FIFA, lo aveva già preannunciato qualche mese fa: “non tollereremo più le perdite di tempo, ogni secondo verrà recuperato”.

In queste prime partite dei Mondiali in effetti stiamo assistendo a recuperi record, sia nella prima che nella seconda frazione di gioco, e a quello che abbiamo capito, il tutto verrà replicato nei campionati nazionali e anche nelle coppe europee.

I minuti di recupero ai Mondiali 2022

In questi giorni il Times ha ricordato che anche l’IFAB (International Football Association Board), nell’ultima riunione aveva annunciato una lotta alle perdite di tempo, e lo stesso giornale inglese ha riportato i minuti di recupero assegnati in queste prime partite dei Mondiali.

Considerando solo le partite di lunedì 21 novembre, seconda giornata dei Mondiali dopo l’apertura con Qatar-Ecuador, dove Orsato aveva assegnato “solo” 5 minuti di recupero nel primo e altrettanti nel secondo tempo, i minuti di recupero assegnati sono stati i seguenti:

Inghilterra-Iran: 14 minuti e 8 secondi nel primo tempo/13 minuti e 8 secondi nel secondo

USA-Galles: nel secondo tempo sono stati giocati 10 minuti e 34 secondi di recupero

Senegal-Olanda: nel secondo tempo sono stati giocati 10 minuti e 8 secondi di recupero

Se consideriamo le prime 8 partite dei Mondiali, sono stati assegnati in totale 120 minuti e 56 secondi di recupero, con una media a partita di 15 minuti e 7 secondi.

In pratica, per ogni partita è come se si giocasse un tempo supplementare, ed è una cosa alla quale gli allenatori si dovranno adattare il prima possibile, anche in termini di sostituzioni, da gestire probabilmente in maniera diversa da come è stato fatto finora.

La FIFA ha motivato questo atteggiamento con la richiesta di molti addetti ai lavori- Stefano Pioli fra gli altri in Italia ad esempio- che chiedono un maggior minutaggio effettivo per una partita, che in Premier League fa registrare una media di circa 55 minuti di gioco effettivo ad incontro, ma in campionati come la Serie A a volte non si va al di là di 45 minuti di gioco effettivo.

La FIFPRO, l’associazione che rappresenta gli interessi dei giocatori, d’altra parte si è lamentata per l’eccessiva usura che subirà la muscolatura dei calciatori, iniziando peraltro da un torneo dispendioso come quello di Qatar 2022, che si gioca a temperature a volte decisamente elevate.

In che direzione stiamo andando?

Molti addetti ai lavori- soprattutto allenatori, ma anche molti presidenti- chiedono da tempo l’introduzione del tempo effettivo di 60 minuti ad incontro, ma solo qualche mese fa l’IFAB si è espressa contro una tale decisione.

Fermare il cronometro ogni volta che la palla non risulti in gioco, potrebbe portare a partite infinite, anche se sarebbe sicuramente un bel disincentivo per ostruzionismo, perdite di tempo, e tutto quello che viene chiamato “gioco sporco”.

Per ora la FIFA vuole combattere le perdite di tempo con questi recuperi extralarge, ma non è escluso che già per i prossimi Mondiali del 2026, che si disputeranno in USA, Messico e Canada, e che vedranno la partecipazione di ben 48 finaliste al posto delle 32 attuali, possa essere già stato introdotto il gioco effettivo, che comunque dovrà essere sperimentato a livello giovanile prima di essere approvato per il calcio professionistico.

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