Tre cose che abbiamo capito su Italia-Inghilterra 1-2

L’Italia perde all’esordio delle qualificazioni europee a Germania 2024 in casa con l’Inghilterra, e la sconfitta fa male, perché gli Azzurri sono già costretti ad inseguire una squadra che a Napoli è apparsa superiore da tutti i punti di vista ai ragazzi di Mancini.

L’Inghilterra non vinceva in casa dell’Italia dal 1961, ma oggi Wembley e l’Euro 2020 sembrano molto lontani, e gli Azzurri devono abbassare la testa e concentrarsi sulla prossima partita di domenica a Malta, che è per forza da vincere.

Di seguito 3 cose che ci sono balzate all’occhio guardando la partita ieri sera:

Primo tempo malissimo, e secondo tempo giusto decente

Nella prima frazione di gioco, l’Italia è stata sovrastata dall’Inghilterra, sia dal punto di vista tecnico che fisico. La squadra di Southgate arrivava nell’area azzurra con estrema facilità, e Mancini deve ringraziare Jack Grealish- forse il peggiore fra i Tre Leoni- che nel finale del primo tempo si è mangiato un gol a porta vuota che avrebbe mandato gli inglesi al riposo con un vantaggio di tre reti.

Nel secondo tempo meglio gli Azzurri, grazie a un po’ di rabbia in più, e agli innesti di Politano, Tonali e Gnonto, che sicuramente hanno dato più verve a una squadra che non aveva mostrato nessun tipo di reazione nel primo tempo.

Retegui ha esordito in nazionale con una rete, anche se la sua prestazione nel complesso non ci è apparsa particolarmente positiva (non è stato aiutato dalla squadra comunque). Il gol dell’oriundo argentino è stato comunque l’unico tiro in porta degli Azzurri durante tutta la partita.

Il centrocampo dell’Italia sarebbe da ripensare completamente

Guardando ieri la prestazione del centrocampo azzurro, non riusciamo a trovare un singolo elemento a cui poter assegnare un voto positivo.

Forse Tonali, ingiustamente escluso dalla formazione iniziale di Mancini, e l’unico in grado di dare un po’ di verve alla squadra. Jorginho e Verratti irriconoscibili, e non si capisce perché il ct azzurro dia ancora così tanta fiducia a un giocatore (Jorginho), che dopo essere passato all’Arsenal non viene mai schierato titolare, e un altro (Verratti), che sta subendo forti critiche a Parigi, e sta forse vivendo il momento peggiore della sua carriera.

Barella ci ha messo corsa come al solito, ma anche lui, come succede all’Inter, è in una fase di down. Mancini ha lasciato a casa Locatelli, Fagioli e Miretti consegnati a Nicolato per l’Under 21, e non sembra ancora voler dare un ruolo da titolare a Tonali.

Il centrocampo dell’Italia è da ripensare in toto, e ieri sera ne abbiamo avuto una dimostrazione lampante. Gli inglesi nel primo tempo hanno preso il pallino del gioco, e l’hanno lasciato solo quando hanno voluto loro, quando ormai era troppo tardi per l’Italia recuperare la partita.

Jude Bellingham è un giocatore straordinario, e gli Azzurri un giocatore così non ce l’hanno

Diciannove anni, ma non “un cuore pieno di paura”, come cantava Antonello Venditti. Bellingham farà 20 anni il prossimo giugno, ma è già oggi un giocatore di grande maturità, bravissimo ieri sia a schermare Jorginho, sia a proporsi in avanti per assistere l’attacco.

Nella ripresa il centrocampista del Borussia Dortmund è calato, vittima anche di un piccolo infortunio, ma l’impressione che ci ha lasciato è stata come quella dei Mondiali in Qatar, cioè di un giocatore già pronto per giocare nelle migliori squadre europee. Parliamo di un talento puro, un calciatore che può prendere in mano l’Inghilterra nei prossimi Europei e Mondiali. L’Italia un giocatore così non ce l’ha- non secondo Mancini, che ha detto in conferenza stampa che ci sono tanti Bellingham in Italia, però non giocano- e non se ne vede uno all’orizzonte.

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