Quando partirà la Serie B 2023/24? E soprattutto, chi la giocherà?

Siamo al solito pastrocchio all’italiana?

Più o meno sì, e sicuramente la Serie B non ha una data certa di inizio e nemmeno un numero certo di partecipanti. È stato stilato per ora un calendario, che potrebbe però essere da rifare, e la certezza è che la Serie B non partirà il prossimo 19 agosto, ma con tutta probabilità si slitterà a settembre.

Perché si è andati incontro a un’estate così caotica? Di chi sono le colpe? Proviamo a fare un po’ di chiarezza rispondendo a qualche domanda.

Quando parte la Serie B e quali squadre parteciperanno?

La Serie B ha stilato un calendario con partenza nel weekend del 19/20 agosto (come la Serie A), ma si sa già che si slitterà quantomeno ad inizio settembre. Troppi i ricorsi in ballo, e nulla verrà deciso fino alla fine di agosto.

La Lega di Serie B attraverso il presidente Balata ha fatto sapere di non volere cambiare assolutamente il format a 20 squadre, e quindi non dovremmo vedere un campionato cadetto a 21 squadre per cercare di accelerare i tempi.

Perché si va così per le lunghe?

Per i casi riguardanti Reggina– al momento esclusa dal campionato e sostituita nel calendario con una X- e Lecco (che esamineremo di seguito), e per le richieste di ripescaggio di Brescia, Perugia,SPAL, Benevento (tutte retrocesse al termine dell’ultimo campionato di B) e del Foggia, che ha perso la finale playoff con il Lecco.

Il Consiglio Federale, che stilerà le graduatorie per i ripescaggi, è stato anticipato dal 29 al 24 luglio, ma poi ci sarà l’intervento del TAR del Lazio per le società escluse, il 2 agosto, ma sarà solo il Consiglio di Stato il prossimo 29 agosto a decidere quali saranno le 20 squadre partecipanti alla prossima Serie B.

Per questo motivo è ormai inevitabile che il campionato slitti a settembre.

Perché la Reggina è stata esclusa?

È una situazione abbastanza paradossale, perché il Tribunale di Reggio Calabria aveva ritenuto ammissibile la ristrutturazione del debito richiesto dalla Reggina, ma la COVISOC, che è invece un ente sportivo, ha bocciato gli amaranto, che si trovano in questo limbo giudiziario, e stanno rischiando seriamente di perdere la Serie B.

Come detto, si deciderà tutto il 29 agosto, ma il rischio di ripartire dalla C è decisamente concreto.

Perché il Lecco non può iscriversi al campionato di B?

Qui il calcio italiano sta facendo davvero una brutta figura, perché il Lecco ha vinto il playoff di C lo scorso 18 giugno, e in due giorni avrebbe dovuto presentare le garanzie riguardanti lo stadio per giocare in B.

Sapendo già che lo stadio Rigamonti Ceppi non sarebbe stato agibile per la cadetteria, i dirigenti lecchesi avevano indicato l’Euganeo di Padova come stadio di casa per la B, ma l’autorizzazione del prefetto, che pare che in quei giorni non fosse in sede, è arrivata solo il 21 giugno, e quindi fuori tempo massimo per la Lega di B.

Nel frattempo, il Lecco ha mancato anche l’iscrizione alla Serie C- in fondo aveva appena vinto i playoff, e i nerazzurri stavano giustamente pensando alla B- e il Lecco ora si trova nella situazione paradossale di dover ripartire dalla Serie D.

Anche qui, come nel caso della Reggina, si decide tutto al Consiglio di Stato del prossimo 29 agosto.

Quali sono le squadre che chiedono il ripescaggio?

Innanzitutto, il Brescia, che è retrocesso dopo aver perso il playout con il Cosenza, e ha presentato subito ricorso.

Visto che le squadre a rischio di non iscrizione sono due, ha presentato domanda di ripescaggio anche il Perugia, retrocesso come terzultimo dalla B. E poi anche SPAL e Benevento (penultima e ultima dell’ultimo campionato cadetto), hanno avanzato candidature che difficilmente saranno accettate.

Il caso del Perugia fa discutere, perché il Curi potrebbe non passare i controlli di agibilità per l’impianto di illuminazione, così che gli umbri hanno indicato Benevento come stadio di casa ad inizio campionato.

Qualche speranza la avanza anche il Foggia, sconfitto dal Lecco nel playoff di Serie C, ma le regole italiane, in caso di ripescaggio, privilegiano le squadre retrocesse rispetto a quelle che hanno perso i playoff di una categoria inferiore nella stagione precedente.

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