Lo scudetto verrà deciso venerdì sera nei due anticipi del Maradona e del Sinigaglia.
Il Napoli, infatti, con un punto in più in classifica rispetto all’Inter, attende un Cagliari già salvo, mentre i nerazzurri fanno visita al Como di Fabregas, che a sua volta non ha problemi di classifica, ma che ha vinto 6 delle ultime 7 partite e le ultime 3 di fila in casa.
Per 24 volte nella storia della Serie A una capolista è arrivata solitaria in testa all’ultima giornata con il campionato ancora aperto, e solo 4 volte in passato il verdetto è stato ribaltato all’ultima giornata.
In caso di arrivo a pari punti di Inter e Napoli, lunedì 26 maggio verrà disputato lo spareggio, un evento che in Serie A si è verificato una sola volta, nel 1964, quando il Bologna di Fulvio Bernardini sconfisse per 2-0 a Roma l’Inter di Helenio Herrera.

Di queste 4 volte menzionate sopra, non è mai successo che una squadra in testa all’ultima giornata perdesse lo scudetto in casa, ma la “tragedia sportiva” si è sempre consumata in trasferta.
Andiamo quindi a vedere quali sono stati questi 4 ribaltoni che sono entrato nella storia del calcio italiano.
La papera di Sarti e la fine della Grande Inter
Correva la stagione 1966/67, e l’Inter del Mago Herrera era reduce da stagioni in cui aveva vinto per 3 volte lo scudetto, più 2 Coppe dei Campioni e 2 Intercontinentali. In quell’ultima giornata della stagione 1966/67, schedulata il 1° giugno, i nerazzurri facevano visita al Mantova, mentre la Juve, seconda in classifica a un punto di distanza, ospitava la Lazio.
L’Inter era reduce dalla debacle di Lisbona, dove il mercoledì precedente aveva perso la finale di Coppa dei Campioni contro il Celtic, e anche un quell’afoso pomeriggio mantovano, i nerazzurri crollarono e persero per 1-0 per una papera del portiere Sarti su tiro-cross di Di Giacomo, ex interista. Fu il gol decisivo, e grazie alla vittoria della Juve in casa con i biancocelesti, lo scudetto prese la direzione di Torino.
La Fatal Verona
Nella stagione 1972/3, la situazione all’ultima giornata era ancora più ingarbugliata.
Il Milan di Nereo Rocco, reduce dalla finale vinta di Coppa delle Coppe a Salonicco con il Leeds, andava al Bentegodi di Verona per affrontare gli scaligeri, già salvi e senza più nulla da chiedere al campionato. Un punto dietro i rossoneri c’erano però anche Juventus e Lazio, con i bianconeri di scena a Roma, mentre i biancocelesti giocavano al San Paolo contro il Napoli.
Quel 20 maggio 1973, in un Bentegodi vestito di rossonero con i tifosi ospiti che già sventolavano le bandiere con il decimo scudetto della Stella, la squadra di Rocco andò subito in vantaggio, ma poi crollò clamorosamente e perse con un incredibile 5-3.
La Lazio di Chinaglia a sua volta perse per 2-1 a Napoli e, come nel 1967, fu ancora la Juve, capace di ribaltare il risultato grazie alle reti di Altafini e Cuccureddu, a conquistare un incredibile scudetto in volata.
Il diluvio di Perugia
Il 14 maggio del 2000 la Juve di Ancelotti va a Perugia con 71 punti in classifica, mentre la Lazio di Eriksson insegue a 69.
I laziali hanno bisogno di una sconfitta della Juventus al Curi, con gli umbri che hanno bisogno di punti per la salvezza, e contemporaneamente battere in casa una Reggina già salva.
I biancocelesti fanno il loro dovere e stendono i calabresi con un secco 3-0, con i gol di Simone Inzaghi, Veron e Simeone, ma fra primo e secondo tempo a Perugia si scatena un nubifragio e, con le squadre ferme sullo 0-0, Pierluigi Collina tiene le squadre negli spogliatoi per 70 minuti.
Quasi tutti si aspettano un rinvio della partita, ma la situazione è molto delicata, c’è in ballo uno scudetto d’altronde. Collina così decide di far riprendere la partita, e nell’acquitrino del Curi è Calori a decidere la gara dando la vittoria al Perugia.
Gli umbri fanno festa, ma anche all’Olimpico si scatena la gioia per il secondo, e finora ultimo, scudetto della storia della Lazio.
Il 5 maggio 2002
Una data che è entrata nella storia dell’Inter ma anche della Juventus, che per la terza volta nella storia ha beneficiato di una volata scudetto all’ultima giornata.
I nerazzurri di Cuper si presentano a Roma con un punto di vantaggio sulla Juve e due sulla Roma, e devono affrontare una Lazio senza più interessi di classifica, e con tutto il pubblico di casa che tifa per i nerazzurri per paura di avvantaggiare la Roma in caso di successo laziale.
L’Inter va due volte in vantaggio, ma sul 2-2, causa anche una prestazione disastrosa dello slovacco Gresko, viene travolta dalla furia di Poborsky, che fa doppietta e fissa il risultato finale sul 4-2 per i biancocelesti.
La Roma vince in casa del Toro, ma è la Juve di Lippi a sfruttare maggiormente la situazione regolando subito l’Udinese con due gol nei primi dieci minuti della partita, per poi aspettare notizie da Roma, che arrivano in maniera molto dolce per Antonio Conte e compagni.