Chi c’era se la ricorda bene ancora oggi, e chi non c’era l’avrà sentita raccontare mille volte dai genitori o dai nonni.
Parliamo dell’ondata di gelo e neve che si abbatté sull’Italia nel gennaio del 1985, esattamente fra il 13 e il 16 gennaio, quando nell’Italia centro-settentrionale, ma anche al sud e addirittura in Sardegna, la neve cadde copiosa, arrivando a lasciare 90cm a Milano e in altre città del nord.
Città paralizzate, scuole chiuse e traffico in tilt quasi ovunque, e un paesaggio imbiancato che oggi ricordiamo in varie foto dell’epoca.
Durante quell’ondata di gelo e neve, si doveva comunque disputare il campionato di Serie A (e anche le altre categorie, anche se furono tante le partite rinviate), e visto che nel 1985 si giocava ancora tutti alla domenica pomeriggio e il campionato di Serie A era formato da 16 squadre, furono comunque 7 le partite disputate nella massima categoria, con la sospensione che arrivò solo a Torino per la partita Juventus-Lazio.
Andiamo a vedere un po’ più nel dettaglio ciò che successe quel giorno:
La Juve rinvia con la Lazio ma poi batte il Liverpool
Come dicevamo, la sfida del Comunale di Torino fu sospesa dopo 23 minuti di gioco per neve, e poi rigiocata il 30 gennaio con vittoria bianconera per 1-0, ma appena decretato il rinvio della partita di Serie A, tutti si misero subito al lavoro per rendere il terreno di gioco agibile per la partita che si sarebbe disputata tre giorni dopo, il 16 gennaio, e che vedeva la Juventus di Giovanni Trapattoni, detentrice della Coppa delle Coppe, ospitare in una finale a gara unica di Supercoppa europea il Liverpool, vincitore il maggio precedente contro la Roma ai rigori nella finale di Coppa dei Campioni.
Quella sera, nel gelo di Torino, si giocò, e fu Zbigniew Boniek, soprannominato dall’Avvocato Agnelli “Bello di Notte” per la sua tendenza a segnare sempre nelle partite di coppa, a realizzare una doppietta e dare la prima Supercoppa europea della storia bianconera.
A Milano gelo e sorpresa
A San Siro era prevista la sfida fra il Milan di Liedholm e il Como di Ottavio Bianchi, futuro allenatore del Napoli campione d’Italia nel 1987.
A sorpresa furono gli ospiti a vincere per 2-0 con i gol nel primo tempo di Matteoli e Bruno.
Fu la partita delle polemiche in casa Milan per aver scelto i tacchetti delle scarpe da gioco sbagliati; infatti, i rossoneri sembravano pattinare su un terreno ghiacciato, mentre i lariani parevano più a loro agio, e nel secondo tempo, su un campo ricoperto da neve e ghiaccio, avrebbero potuto anche dilagare.
Cade il Verona e Maradona realizza una magia
Il Verona di Osvaldo Bagnoli nella stagione 1984/85 vinse lo scudetto, ma la prima battuta d’arresto in campionato arrivò solo quel 13 gennaio ad Avellino, un campo, quello del Partenio, dove cadevano spesso le big.
A Firenze invece i viola ricevevano il Napoli, e la partita venne decisa da un gran gol di Maradona che, dopo uno stop di petto al volo, fece secco Giovanni Galli con il suo magico sinistro (un gol simile a quello che lo stesso Galli subirà dal Pibe do Oro un anno e mezzo dopo in Messico ai Mondiali).
Su tutti i campi, da Ascoli a Udine, da Bergamo a Roma, tanta neve a bordocampo, ricordo di una domenica di calcio giocata con temperature polari e con la neve che non avrebbe dato tregua neanche nei giorni successivi.
Tutte le partite della 15° giornata di Serie A 1984/85
Ascoli-Inter 1-1
Atalanta-Sampdoria 0-0
Avellino-Verona 2-1
Fiorentina-Napoli 0-1
Juventus-Lazio 1-0 (giocata il 30 gennaio)
Milan-Como 0-2
Roma-Torino 1-0
Udinese-Cremonese 2-0