Thiago Alcantara, attuale centrocampista del Liverpool, ha detto qualche tempo fa di Guardiola, suo allenatore al tempo del Bayern:” Pep non si gode veramente il calcio. Trova sempre qualcosa che non va, sottolinea sempre gli aspetti negativi rispetto a quelli positivi”.
Non è la prima volta che Guardiola viene additato come perfezionista, con l’accezione negativa del termine, ma il suo Manchester City in questa stagione sta raggiungendo davvero livelli di perfezione assoluta, e il derby di domenica vinto per 4-1 all’Etihad contro il Manchester United, ne è stato l’esempio più lampante.
Il Manchester City è cresciuto di stagione in stagione da quando è arrivato Guardiola in panchina, e ora è pronto a portare a casa quello che è il vero obiettivo degli emiri di Abu Dhabi, proprietari del club: la Champions League.
Da quando è arrivato in Inghilterra (stagione 2016/17), dopo le panchine vincenti con Barcellona e Bayern Monaco, il City ha vinto 3 volte la Premier League, mentre nelle altre due occasioni è sempre salito sul podio (un terzo e un secondo posto).
Quest’anno il City è ancora primo in classifica in Premier League con 6 punti di vantaggio sul Liverpool a 10 giornate dalla fine, anche sei i Reds devono ancora recuperare una partita.
Il vero obiettivo dicevamo è però la Champions, dove i Citizens si sono portati avanti con il lavoro nell’andata degli ottavi di finale andando a vincere a Lisbona per 5-0 con lo Sporting Lisbona, così che la partita di stasera è poco più di un allenamento per il City, in attesa del sorteggio per i quarti della prossima settimana.
Se i risultati in Inghilterra per Guardiola sono stati finora più che soddisfacenti, altrettanto non si può dire dell’Europa, visto che il primo anno con il Pep in panchina (2016/17), il City è uscito negli ottavi di Champions con il Monaco, e poi di seguito sono arrivate tre eliminazioni di fila ai quarti: Liverpool, Tottenham e Lione (quest’ultima nel 2020, anno di inizio della pandemia da coronavirus, quando dai quarti in poi, la Champions si giocò tutta in partite secche).
Nella passata stagione sembrava essere arrivata la grande occasione, con il City che, dopo aver eliminato il Paris Saint Germain in semifinale, se la sarebbe dovuta vedere in finale contro il Chelsea di Tuchel, in un derby tutto inglese per la Champions.
La squadra di Guardiola partiva favorita, ma quella sera il tecnico catalano fu sorpreso tatticamente dal rivale tedesco sulla panchina dei Blues, e furono i londinesi a portare a casa il trofeo per la seconda volta nella loro storia.
Un City senza punte, ma con tanti attaccanti
La scorsa estate il Manchester City sembrava molto vicino ad Harry Kane, ma alla fine l’attaccante inglese non si è mosso da Londra.
All’Etihad è arrivato Jack Grealish, che però è un esterno, così che il City si è trovato ad iniziare un’altra stagione senza un vero attaccante di ruolo.
La forza di questo City, e del genio di Guardiola, è stata proprio quella di fare in modo che tutta la squadra attacchi in maniera coordinata, esprimendo un “calcio totale” tipico anche del Barclelona di Pep, ma con meno “tiki taka” e più verticalizzazioni e lanci lunghi quando serve.
Uno dei giocatori imprescindibili di questo Manchester City è il portoghese Bernardo Silva, bravo a spostarsi nelle varie zone dell’attacco, ma anche a scendere a centrocampo per prendere palla e far ripartire la squadra.
Il falso nove del City è ormai Phil Foden, ma sono tantissimi i giocatori pronti ad inserirsi e ad attaccare la profondità, dal fenomeno Kevin De Bruyne a Grealish, da Cancelo, giocatore a tutta fascia con spiccate attitudini offensive, a Riyad Mahrez, e con il brasiliano Gabriel Jesus, che sarebbe il più centravanti di tutti, sempre più spesso relegato in panchina.
Il Manchester City sembra davvero una squadra completa, la miglior squadra mai “prodotta” da Guardiola come tecnico, e ora i Citizens sono davvero pronti ad alzare la Champions League il prossimo maggio a Parigi.