NBA corner: sono già due anni senza il “Black Mamba”

Sono già passati due anni da quel maledetto 26 gennaio 2020.

Due anni senza Kobe Bryant, il “Black Mamba” del basket mondiale, che se n’è andato in seguito a un incidente in elicottero assieme alla figlioletta Gianna, a Calabasas, vicino Los Angeles.

Nei giorni seguenti quel 26 gennaio, il mondo sarebbe stato sconvolto dal Covid, e niente sarebbe stato più come prima, ma quella fine di gennaio di due anni fa, tutti noi eravamo concentrati su quello che era successo a Los Angeles a bordo di quel maledetto elicottero, e prevaleva l’incredulità e lo sgomento per quella tragica fatalità.

Kobe Bryant in Italia

Kobe Bryant aveva 41 anni quella sera di gennaio, essendo nato nel 1978 a Philadelphia, ma la sua infanzia è legata all’Italia, visto che il padre Joe nei primi anni Ottanta aveva giocato nella Serie A italiana a Rieti, Reggio Calabria, Pistoia e Reggio Emilia. E proprio da noi Kobe aveva iniziato a giocare a pallacanestro, era cresciuto dentro la cultura di casa nostra, e aveva iniziato a tifare Milan.

Il draft NBA

Si capì subito che Kobe Bryant poteva diventare qualcuno nel mondo del basket, e superare il padre in bravura. E così fu, visto che nel 1996 venne scelto come 13° scelta dai Charlotte Hornets in NBA, ma subito ceduto ai Los Angeles Lakers, in uno scambio che comprendeva anche altri giocatori.

Los Angeles da quel giorno divenne la sua casa (sia dentro che fuori del palazzetto), e i Lakers sarebbero diventati con lui, e con Shaquille O’Neal, una squadra vincente in grado di affermarsi in ogni arena NBA.

I successi con i Lakers

Nella stagione 1999/2000, Kobe vince il suo primo anello NBA con i Lakers battendo nelle Finals gli Indiana Pacers, ma è solo il primo di un trittico di successi consecutivi, che porterà i gialloblu a vincere anche i campionati NBA nel 2000/01 (in finale con i Philadelphia 76ers) e nel 2001/02, battendo alle Finals i New Jersey Nets.

La stagione seguente (2003/04), i Lakers sono ancora protagonisti, ma perdono in finale di Conference contro i San Antonio Spurs, che avrebbero poi vinto il titolo, epilogo che si ripete anche la stagione seguente, quando LA cede-ma stavolta alle Finals- contro i Detroit Pistons.

Kobe Bryant è ormai un numero uno in NBA, alcuni ritengono il più grande ora che ha lasciato Michael Jordan, e nella crescita di Kobe ha influito molto coach Phil Jackson, che dopo aver dominato alla guida dei Chicago Bulls di MJ, ha portato anche i Lakers a diventare la squadra di basket più forte del mondo.

Kobe Bryant tornerà a vincere altri due titoli con i Lakers nel 2009 e 2010, e nel frattempo avrà il tempo di portarsi a casa anche gli ori olimpici con la nazionale USA a Pechino nel 2008 e a Londra nel 2012.

Bryant, dopo una serie di infortuni che hanno rischiato di porre fine in anticipo alla sua straordinaria carriera (costellata anche di tanti record personali in NBA), decise di ritirarsi al termine della stagione 2015/16, un’annata vissuta quasi come un tour fra i palazzetti di tutta l’America, dove puntualmente il Black Mamba veniva accolto come un eroe anche dai tifosi avversari.

Giocherà la sua ultima partita a Utah il 13 aprile 2016 e, per non perdere il vizio, saluterà tutti con una serata da 60 punti realizzati.

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