Dopo aver dato un’occhiata alla maglia dell’Inghilterra prodotta dall’Admiral nei primi anni Ottanta del secolo scorso, e a quella del Perù con cui i sudamericani giocato ai Mondiali 1978 e 1982, oggi è la volta di quella che è stata più volte votata la maglia più bella del mondo.
Sicuramente i tifosi della Sampdoria non hanno dubbi nel definire la maglia della loro squadra la migliore al mondo, ma anche supporter di altre squadre devono convenire che la maglia blucerchiata è unica nel suo genere, una gemma nel mondo delle maglie da calcio, che identifica questi colori con il club doriano.
La maglia della Sampdoria è stata votata la più bella al mondo dal Guerin Sportivo nel 2012, e anche la prestigiosa rivista francese France Football (quella che ha inventato il Pallone d’Oro) ha definito la maglia dello scudetto blucerchiato 1990/91 come la più bella di sempre nella storia del calcio. La rivista inglese FourFourTwo invece, ha giudicato la maglia della Sampdoria 201/18 come la più bella di quella stagione.
Le origini della maglia della Sampdoria
Ormai tutti sanno che la Sampdoria è nata nel 1946 dalla fusione di Sampierdarenese e Andrea Doria, e quindi la maglia ha unito i colori della prima (bianco, rosso e neri), e quelli della seconda (bianco e blu).
Essendo nata nel secondo dopoguerra, la Sampdoria ha una storia piuttosto recente rispetto alle altre squadre, e sicuramente è molto più giovane del Genoa, l’altra squadra cittadina, che è stato fondato nel lontano 1893.
Nella maglia della Sampdoria entrano quindi i colori delle due squadre che hanno partecipato alla fusione, più la croce di San Giorgio, tipica dello stemma della città. Il simbolo della Sampdoria invece, è il “baciccia”, la figura stilizzata del marinaio che è entrato nello stemma della Sampdoria per la prima volta a partire dalla stagione 1980/81.
Gli anni d’oro della Sampdoria
Il periodo d’oro del Doria è quello che parte a metà degli anni Ottanta del secolo scorso, e arriva fino all’inizio degli anni Novanta.
È la Sampdoria costruita da Paolo Mantovani, che vince per la prima volta la Coppa Italia nella stagione 1984/85 con Roberto Mancini e un giovane Luca Vialli in squadra, e che replica il successo nella coppa nazionale nella stagione 1987/88.
Per la squadra allenata da Vujadin Boskov però cominciano ad arrivare anche i successi internazionali, e se la Coppa delle Coppe inizialmente sfugge nel 1988/89 in finale contro il Barcellona (ma arriva un’altra Coppa Italia), l’anno dopo i blucerchiati battono a Göteborg l’Anderlecht, e conquistano così il primo successo internazionale del club.
La vera impresa però arriva nella stagione 1990/91, quando la Sampdoria conquista per la prima volta lo scudetto, e l’anno successivo sfiora addirittura la Coppa dei Campioni a Wembley, perdendo solo ai supplementari contro il Barcellona del Dream Team di Joan Cruijff (a Londra il Doria scende in campo con la maglia di riserva bianca).
È il canto del cigno per quell’incredibile squadra, che da allora vincerà ancora solo una Coppa Italia nella stagione 1993/94.
Una curiosità legata alla maglia della Sampdoria
I giocatori della Sampdoria sono spesso stati denominati “i ciclisti”, a volte chiamati così dagli avversari genoani in termini goliardici, perché la maglia blucerchiata è simile a quelle indossati dai ciclisti soprattutto nel secondo dopoguerra.
La maglia della Sampdoria però è anche una di quelle più imitate, visto che il Nizza ha copiato la maglia doriana già ad inizio anni Settanta del secolo scorso per la divisa di riserva, e ha replicato ancora per la seconda maglia nella stagione 2019/20.
Celebri i casi anche delle squadre scozzesi del Dundee e dell’Inverness, che in periodi diversi degli anni Novanta hanno adottato la maglia blucerchiata, che rimane ad oggi una delle più particolari e iconiche nel mondo del calcio.