Ieri sera la Juve ha pareggiato per 3-3 nel posticipo domenicale della 19° giornata, una gara che poteva essere importantissima in chiave Champions League, ma le vicende degli ultimi giorni costringono la Juve a guardare più verso la futura Conference che non verso il paradiso della Champions.
Le vicende sono note a tutti, con la Juventus che venerdì è stata penalizzata di 15 punti in classifica per l’inchiesta riguardante le plusvalenze, e con una classifica di Serie A che è stata di conseguenza stravolta.
Andiamo un po’ a fare chiarezza su come questa inchiesta possa penalizzare i bianconeri in Italia e in Europa.
La Juve è stata penalizzata, ma c’è da aspettarsi un’ulteriore riduzione di punti per i bianconeri?
E’ un qualcosa che non possiamo escludere. La Corte Federale d’Appello ha inflitto 15 punti di penalizzazione alla Juve da scontare in questa Serie A e ora, in attesa delle motivazioni della sentenza entro il 30 gennaio 2023, i bianconeri avranno 30 giorni per fare ricorso. A quel punto la sentenza potrebbe essere completamente rigettata, oppure confermata, ma non è prevista che possano essere tolti punti di penalizzazione. Ricordiamo che il procuratore aggiunto della FIGC Giuseppe Chinè aveva chiesto 15 punti di penalizzazione per la Juve, ma la Corte ha ritenuto che, in base alle nuove intercettazioni e agli atti acquisti, la penalizzazione doveva essere ancora maggiormente afflittiva per la società bianconera.
Perché è stata penalizzata la Juventus e non le altre squadre coinvolte nell’inchiesta?
Le squadre che come la Juve risultano coinvolte in questa inchiesta sono Sampdoria, Pisa, Genoa, Empoli, Parma, Pro Vercelli, Pescara e il “vecchio” Novara, cioè la società che faceva capo ai piemontesi prima del fallimento.
Molti si chiedono perché nessuna di queste squadre o i loro dirigenti hanno subito sanzioni, a differenza ad esempio degli juventini Andrea Agnelli, Maurizio Arrivabene e Pavel Nedved. I tifosi della Juventus si chiedono come sia possibile che la loro squadra abbia fatto plusvalenze con giocatori di altre squadre da sola, ma il procuratore Chinè e la Corte d’Appello si sono basate sulle nuove prove uscite negli ultimi mesi- risultano addirittura 14.000 pagine di nuovi atti e intercettazioni- che riguardano solo la Juventus, e non sono disponibili invece per le altre squadre inizialmente accusate.
Come si muoverà l’UEFA e cosa rischia la Juventus?
Per questa stagione difficile che l’UEFA intervenga, e per ora il presidente Ceferin sta alla finestra in attesa degli sviluppi dei processi italiani.
Quello delle plusvalenze tra l’altro è solo uno dei filoni in cui la Juve è sotto inchiesta sia da un punto di vista che sportivo che penale, perché all’UEFA, che con la Juve aveva trovato un agreement per il rientro dai debiti e poter così continuare a partecipare alle coppe europee, interessa soprattutto la questione stipendi, con alcuni emolumenti, soprattutto quelli durante la prima ondata di Covid, prima congelati, e poi pagati ai giocatori in maniera non chiara. L’UEFA potrebbe quindi bloccare l’agreement in atto con la Juventus riguardante il Fair Play finanziario, e questo perché i bianconeri avrebbero falsato i bilanci.
La UEFA quindi potrebbe intervenire a fine processi italiani, con una pena afflittiva che potrebbe portare all’esclusione da uno a tre anni della Juventus dalle coppe europee.
Ricordiamo che la Juventus, con il vecchio presidente Andrea Agnelli in prima fila con Real Madrid e Barcellona, non ha mai rinunciato al progetto della Superlega, e a differenza di altri club che hanno fatto mea culpa e accettato pene pecuniarie abbastanza lievi, ha deciso di combattere con l’UEFA una guerra che è ancora in corso.
Inutile dire che l’UEFA questo atteggiamento della Juve e delle altre due ribelli spagnole non l’ha mai preso molto bene.