Si ricorda spesso, con una certa nostalgia, lo scudetto vinto dal Verona nella stagione 1984/85.
Fu l’ultimo scudetto andato in provincia- quello della Sampdoria nel 1990/91 riguardava già una città più grande e una società pronta da tempo a vincere- un qualcosa che oggi non si potrebbe verificare più nel calcio moderno, con le grandi squadre che si dividono titoli nazionali, coppe, trofei vari e assortiti, in un circolo di ricchi club che si vuole sempre più ristretto.
Lo scudetto del Verona fu costruito da Osvaldo Bagnoli in panchina, e la partita che diede la definitiva certezza ai gialloblù di essere diventati grandi, ed essere pronti per lo scudetto, fu quella del 14 ottobre 1984 al Bentegodi contro la Juventus campione d’Italia in carica.
Juve e Verona si erano già contese poco più di un anno prima la finale di Coppa Italia, e nel doppio confronto agli scaligeri non era bastato il 2-0 ottenuto in casa, perché la Juve di Trapattoni, che aveva lasciato lo scudetto alla Roma e perso la finale di Coppa Campioni con l’Amburgo, riuscì a ribaltare il risultato nei supplementari, e ad imporsi per 3-0 sui veronesi.
La squadra di Bagnoli si sentiva ormai pronta per qualcosa di grande però, e quell’ottobre del 1984 l’Hellas diede una dura lezione alla Juve.
Verona-Juventus 2-0, 14 ottobre 1984
Un Verona che era partito alla gande in Serie A, si presentava alla partita con la Juve da primo in classifica per una delle partite più importanti della quinta giornata di campionato.
Sugli altri campi l’ambizioso Milan di Nils Liedholm aveva battuto la Roma a San Siro, mentre l’Inter era stata fermata sul pareggio a Torino dai granata (che saranno poi i principali rivali degli scaligeri in quella stagione irripetibile per il calcio italiano).
Il Verona mise subito le cose in chiaro quel pomeriggio al Bentegodi, controllando la partita, e portandosi in vantaggio nel secondo tempo grazie a un gol di Galderisi– ex della partita- arrivato su un cross dalla fascia di Fanna, e dopo un’uscita a vuoti di Stefano Tacconi.
A poco meno di 10 minuti dalla fine fu il danese Preben Larsen Elkjaer a raddoppiare per i padroni di casa, grazie a una cavalcata vincente che un disperato Stefano Pioli cercò in tutti i modi di fermare, ma il danese fu inarrestabile, e anche perdendo una scarpa nel contrasto con l’attuale tecnico del Milan, scaraventò il pallone alle spalle di Tacconi.
Dopo quella giornata il Verona si sentì davvero forte, ed era pronto alla cavalcata verso lo scudetto.
Le formazioni in campo:
Verona: Garella, Tricella, Ferroni, L.Marangon, Fontolan, Briegel, Fanna, Volpati, Di Gennaro, Galderis, Elkjaer. All. Osvaldo Bagnoli
Juventus: Tacconi, Favero, Cabrini, Caricola, Scirea, Pioli, Briaschi, Tardelli, Bonini, Boniek, Rossi. All. Giovanni Trapattoni
Lo scudetto del Verona nel 1985
Quella del Verona nella stagione 1984/85 fu una cavalcata trionfale. Bagnoli non aveva a disposizione fuoriclasse, ma ottimi giocatori come Garella in porta, Tricella in difesa, Fanna a correre sulla fascia, e Nanu Galderisi, che in gialloblù disputò la sua migliore stagione. In più il tedesco Briegel in mezzo al campo, e il danese Elkjaer in attacco, giocatori che avevano aumentato anche la forza fisica di questa squadra. A coordinare le operazioni Antonio Di Gennaro, che grazie alle prestazioni di quella stagione, si conquistò un posto fisso in nazionale.
Il Verona dovette battere avversarie molto forti, ricche di campioni, visto che quelli erano gli anni d’oro della Serie A, con la Juve che poteva schierare Platini e Boniek, Maradona era al suo primo anno a Napoli, l’Udinese aveva ancora Zico in squadra- anche se saltò parecchie partite per infortunio- e l’Inter poteva contare su un certo Kalle Rummenigge.
L’Hellas però li mise in fila tutte, e portò per l’ultima volta il tricolore in provincia.