Sono passati solo pochi giorni dall’eliminazione del Tottenham da parte del Milan negli ottavi di finale di Champions League, ma in Inghilterra non si parla quasi d’altro- a parte i tweet contro il governo fatti da Gary Lineker, che sono costati all’ex ct della nazionale il suo ruolo storico a conduttore di Match of the Day.
Antonio Conte sembra ormai al passo d’addio con gli Spurs, e nonostante la netta vittoria di sabato contro il Nottingham Forest, che tiene per ora saldo il Tottenham al quarto posto, l’addio alla panchina del tecnico salentino sembra ormai certa, come certo è anche il ritorno in Italia, anche se non si sa ancora se Conte tornerà ad allenare da subito una squadra di Serie A.
Quella vista mercoledì sera al Tottenham Hotspur Stadium, ma anche all’andata a San Siro, non sembrava una squadra di Conte, perché mancava lo spirito, l’intensità, la voglio di lottare e sacrificarsi, in pratica tutto quello che hanno fatto di Antonio Conte uno dei top manager in Europa.
Le vittorie di Conte come allenatore
Antonio Conte è giustamente considerato un tecnico vincente, un allenatore in grado di dare un’identità a una squadra, e finora i successi in carriera parlano a favore del tecnico salentino.
Conte ha iniziato a vincere sulla panchina della sua amata Juventus– ne è stato un leader da giocatore- e dopo aver preso in mano una squadra reduce da due campionati disastrosi nel 2011, ha condotto i bianconeri a 3 scudetti consecutivi, un lavoro completato poi da Allegri negli anni a seguire.
Il tecnico pugliese ha lasciato la Juve per accomodarsi sulla panchina della nazionale, e anche con gli Azzurri, pur non vincendo nulla, ha condotto la squadra a un Europeo di gran livello in Francia nel 2016, con la nazionale eliminata solo dalla Germania ai rigori nei quarti di finale.
Dopo l’Europeo, Conte è tornato al calcio di club, accettando la corte di Roman Abramovich al Chelsea. Con i Blues ha vinto subito la Premier League, e nella stagione seguente ha vinto anche l’FA Cup. Ritornato in Italia, ma questa volta sulla panchina dell’Inter, gli è bastato un anno di assestamento, e nella stagione 2020/21 ha condotto i nerazzurri allo scudetto, che alla Milano nerazzurra mancava dai tempi di Mourinho nel 2010.
Il suo ritorno in Inghilterra ha avuto per ora un sapore dolciamaro, perché Conte nella scorsa stagione ha portato il Tottenham in Champions League contro ogni pronostico della vigilia, ma in questa stagione la squadra si è spenta, mollando gli ormeggi in Coppa di Lega e Coppa d’Inghilterra, per poi crollare definitivamente in Champions League.
Quale sarà il futuro di Conte?
Per ora non trapela nulla, e molto probabilmente Conte concluderà la stagione sulla panchina degli Spurs, ma dopo l’estate il distacco sarà sicuro.
Al tecnico salentino piace il calcio inglese e adora la Premier League, ma la famiglia è rimasta in Italia per questa sua seconda esperienza inglese, e ora la voglia di tornare a casa è tanta.
A Conte, e a molti tifosi della Juve, probabilmente non dispiacerebbe tornare a guidare i bianconeri per provare ad aprire un altro ciclo, ma Massimiliano Allegri ha un contratto fino al 2025 da più di 7 milioni di euro all’anno, e ha tutta la fiducia di John Elkann. Se poi alla Juve verrà tolta davvero la penalizzazione di 15 punti inflitta dalla Corte Federale, i bianconeri sono in piena corsa per il secondo posto in campionato, e hanno ancora la possibilità di vincere sia Europa League che Coppa Italia.
Si potrebbe aprire una porta anche all’Inter, dove Simone Inzaghi sembra sempre più in bilico, soprattutto se dovesse fallire la qualificazione ai quarti di finale di Champions League martedì sera, ma l’Inter che troverebbe non sarebbe più quella del 2019, perché i nerazzurri hanno sicuramente meno disponibilità economiche.
Non è escluso quindi un anno sabbatico, anche se non vedere Antonio Conte in panchina nella prossima stagione, lo troviamo per ora molto improbabile.