La notizia è arrivata come un fulmine a ciel sereno nella prima serata di lunedì 28 novembre, mentre gli appassionati di calcio si stavano gustando il Portogallo di CR7 avere la meglio sull’Uruguay ai Mondiali 2022.
Si è dimesso l’intero consiglio d’amministrazione della Juventus, compresi il presidente Andrea Agnelli, il vice chairman Pavel Nedved e l’amministratore delegato Maurizio Arrivabene, a cui la proprietà ha chiesto di rimanere per agevolare la transizione finché si insedierà il nuovo consiglio d’amministrazione il prossimo 18 gennaio 2023.
La mossa ha sorpresa ha a che fare ovviamente con l’inchiesta Prisma, aperta dalla Procura di Torino più di un anno fa, che è andata a verificare operazioni di plusvalenze e false fatturazioni da parte della società bianconera. In più, la Consob, l’organo che controlla le società quotate in Borsa, non ha approvato il bilancio della Juve, e nelle ultime ora John Elkann, che già aveva avuto un ruolo centrale nel 2006 allo scoppio di Calciopoli, ha optato per una decisione di questo tipo, mettendo un uomo di fiducia di Exor come Maurizio Scanavino come direttore generale della società bianconera, in attesa di sviluppi della magistratura nelle prossime settimane.
E’ sicuramente un duro colpo per la Juve, e soprattutto l’azzeramento della Juventus di Andrea Agnelli, un regno costellato di successi iniziato quasi 13 anni fa, e che avrebbe avuto il suo coronamento il 24 luglio 2023, quando la Juve festeggerà il centenario della proprietà degli Agnelli.
Dodici anni di successi per Andrea Agnelli
In una lettera inviata a tuti i dipendenti della Juve, Andrea Agnelli ha spiegato le cause di questa scelta, sottolineando che non c’era più unità di intenti all’interno della società, ma che il DNA della Juventus rimarrà sempre vincente.
Andrea Agnelli ha preso in mano la società nel 2010, ha inaugurato lo Stadium- fonte di grande orgoglio per la Juve- e soprattutto, dalla stagione 2011/12 alla 2019/20, questa proprietà ha messo in fila 9 scudetti consecutivi, un record che mai nessuno aveva centrato in Italia.
Ai 9 tricolori vinti in panchina da Antonio Conte (3), Massimiliano Allegri (5) e Maurizio Sarri (1), si aggiungono anche 5 Coppe Italia e 5 Supercoppe italiane, più due finali di Champions League perse rispettivamente nel 2015 con il Barcellona, e nel 2017 con il Real Madrid.
In questo periodo, come da tradizione peraltro, tanti campioni hanno vestito la maglia bianconera, su tutti Cristiano Ronaldo, acquistato nell’estate del 2019 e rimasto a Torino per tre stagioni, e pagato annualmente ben 31 milioni di euro a stagione.
Neanche Ronaldo però ha portato a Torino la tanto agognata Champions League- che alla Juve manca dal 1996- anzi, con il portoghese nelle fila bianconere, sono arrivate tre eliminazioni consecutive agli ottavi di finale (con Ajax, Lione e Porto).
Ora, per difendersi meglio una volta che la Procura di Torino avrà completato il suo lavoro, la proprietà bianconera ha optato per questa decisione, ma sugli eventuali sviluppi per soggetti coinvolti e società, dovremo aspettare i prossimi mesi.
Cosa sarà della Superlega?
Andrea Agnelli, che è stato presidente dell’ECA, ha sempre messo la faccia come uno dei principali promotori della Superlega europea e, quando altre 9 squadre si sono chiamate fuori, Agnelli è rimasto al fianco di Real Madrid e Barcellona nel perseguimento di questo progetto visionario.
Da oggi però Andrea Agnelli è un semplice tifoso della Juve, senza più ruoli istituzionali all’interno del club, così che bisognerà capire la posizione della società anche su questo progetto.
Soprattutto Florentino Perez da Madrid non ha mai fatto un passo indietro su questo progetto, ma ora rischiano di rimanere solo le due squadre spagnole a lottare per un Superlega, che al momento ha allontanato tutti gli altri grandi club.