Nella storia del calcio, ci sono allenatori che hanno influenzato lo sviluppo del gioco più di altri loro colleghi, e ciò è vero da quando il calcio si è affermato come fenomeno globale all’inizio del XX secolo fino ai giorni nostri, quando manager come Guardiola, Klopp o altri ancora, sono venerati anche per aver introdotto moduli di gioco innovativi.
All’inizio del secolo scorso, uno dei manager più moderni fu l’inglese Herbert Chapman, che grazie anche a una variazione in una delle regole fondamentali del gioco del calcio, introdusse una nuova metodologia di gioco, e anche un nuovo modo di pensare il calcio.
Il 3-2-2-3 di Chapman
Nel 1925 Herbert Chapman aveva già vinto due titoli di prima divisione inglese e una Coppa d’Inghilterra alla guida dell’Huddersfield Town, ma proprio quell’anno, per contrastare un gioco diventato ormai troppo difensivo con conseguente carenza cronica di reti, l’International Board decise di modificare la regola del fuorigioco, e da quel momento sarebbero bastati due giocatori e non più tre a tenere in gioco l’attaccante avversario.
Ciò fu fatto per favorire il gioco d’attacco, e Chapman si adeguò da subito al cambiamento, facendo giocare l’Arsenal, la squadra di Londra per la quale era stato chiamato dopo l’esperienza con l’Huddersfield, a un più moderno 3-2-2-3, chiamato anche “Sistema”, rispetto al 2-3-5 che era predominante all’epoca.
In un periodo nel quale lo scopo principale del gioco era far arrivare la palla in attacco il prima possibile con lanci lunghi e un gioco basato molto sulla forza fisica, Chapman fu uno dei primi a incentivare un gioco fatto più di tecnica individuale e passaggi, con i giocatori che dovevano diventare sempre più bravi nello sviluppo dei fondamentali.
Con il Sistema, Chapman spostava uno dei centrocampisti del 2-3-5 al centro della difesa, dando così maggiore protezione alla sua squadra, che era apprezzata soprattutto per il bel gioco espresso.
Dopo le prime stagioni senza successi, Chapman a Londra vinse anche due campionati di prima divisione, e dopo l’FA Cup vinta con l’Huddersfield, se ne aggiudicò un’altra con l’Arsenal nella stagione 1929/30.
Le altre modernità introdotte da Chapman
Herbert Chapman non fu un innovatore solo dal punto di vista tattico, perché sconvolse la vita dell’Arsenal sotto tantissimi aspetti.
Innanzitutto fu lui a chiedere che i Gunners giocassero con una divisa rossa, come avevano fatto fin a quel momento, ma con le maniche bianche, perché in questo modo i compagni di squadra si sarebbero trovati più facilmente in campo, e fu sempre a lui a chiudere che le divise di gioco avrebbero dovuto comprendere i numeri sulla schiena dei giocatori, in modo da renderli ulteriormente riconoscibili, e rendere più comprensibile anche al pubblico le posizioni in campo dei calciatori.
Fu sempre Chapman a chiedere alla proprietà di installare dei piloni della luce negli angoli dello stadio di Highbury per poter disputare le partite in notturna, e si deve sempre a questo geniale allenatore il cambio di nome della fermata dello stadio di Highbury a Londra, che passò da Gillespie Road ad Arsenal, proprio per renderla per sempre la zona di riferimento di tutti i tifosi dei Gunners.
Chapman fu quello che può essere definito il primo manager moderno del calcio inglese, un ruolo che non comprendeva più solo schierare la formazione in campo il sabato pomeriggio, ma che era responsabile anche del mercato, dello scouting, e di tutto ciò che girava attorno alla società.
Chapman morì a soli 55 anni il 6 gennaio 1934, per un raffreddore che si trasformò velocemente in polmonite, ma ormai aveva lasciato un segno indelebile nell’evoluzione del calcio inglese, e ancora oggi viene ricordato come uno degli uomini più influenti nell’evoluzione di questo sport in tutto il mondo.