Derby di Manchester: formazioni e precedenti che hanno fatto la storia

Ci sono quasi 20 punti a dividere le due squadre- il City di Guardiola guida la classifica di Premier League con 66 punti, mentre lo United di Rangnick lotta per un posto nella prossima Champions a 47- ma siamo sicuri che il derby di Manchester che va in scena domenica 6 marzo alle ore 17.30 italiane, sarà infuocato come sempre, e il pronostico non sarà così scontato.

All’andata il Manchester City si impose agevolmente ad Old Trafford per 2-0, ma i Red Devils erano un’altra squadra, ancora in mano a Solskjaer, che aveva ormai perso il polso della situazione, e stava andando incontro a una debacle dietro l’altra.

Probabili formazioni

Manchester City (4-3-3): Ederson; Walker, Stones, Laporte, Cancelo; Bernardo Silva, Rodri, De Bruyne; Mahrez, Foden, Sterling. All.Guardiola

Il tecnico catalano non avrà a disposizione Ruben Dias e Ake, fuori per infortunio, mentre Grealish e Gabriel Jesus sono stati convocati ma partiranno dalla panchina.

Manchester United (4-2-3-1): De Gea; Wan-Bissaka, Lendelof, Varane, Telles; Pogba, McTominay; Elanga, Bruno Fernandes, Sancho; Cristiano Ronaldo. All. Rangnick

Cavani non è disponibile, mentre Cristiano Ronaldo guiderà l’attacco dei Red Devils. Spazio ancora al giovane Elanga, decisivo per il pareggio con il suo gol in Champions League in casa dell’Atletico Madrid.

Tre precedenti famosi del derby di Manchester

Denis Law manda giù lo United

Lo scozzese Denis Law (al Torino nella stagione 1961/62) è stato una leggenda del Manchester United, con cui ha vinto anche la Coppa dei Campioni nel 1968.

Nell stagione 1973/74 si trasferisce ai cugini del City per chiudere la carriera, e nel derby di ritorno ad Old Trafford sarà lui a segnare il gol che non avrebbe mai voluto realizzare. Il suo colpo di tacco infatti decreta la retrocessione in Seconda Divisione dei Red Devils, e Law, dopo il gol, non esulta, sapendo di aver mandato all’inferno un pezzo della sua storia.

Il gol di tacco di Law

L’entrata killer di Roy Keane

L’irlandese Roy Keane si è sempre vantato di essere un duro, sia in campo che fuori.

Per raccontare questo episodio dobbiamo tornare al 1997, quando Alf Inge Haaland, padre del fenomeno attuale del calcio norvegese Erling, compie un’entrata killer su Keane durante un Leeds-Manchester United. L’irlandese si accascia subito a terra, ma Haaland padre crede che l’irlandese stia fingendo, e va ad insultarlo mentre Keane rimane giù dolorante. La diagnosi il girono dopo sarà pesante: rottura dei legamenti.

Roy Keane cova la vendetta per tanti anni a seguire, e la risposta, con conseguente gesto vigliacco, si compie nell’arile 2001, in un derby di Manchester, dopo che Haaland si è trasferito al Manchester City.

L’entrata di Keane- come si può vedere dal video- è da brividi, e interrompe la carriera agonistica di Haaland.

L’entrata di Keane

Perché sempre a me?

Mario Balotelli in una recente intervista rimpiange il suo periodo al Manchester City, quando era allenato da Roberto Mancini, e secondo Super Mario stesso in quel periodo ha buttato gran parte della sua brillante carriera.

Il 23 ottobre 2011, Balotelli è uno dei protagonisti del Manchester City che distrugge il Manchester United ad Old Trafford per 6-1. Mario segna, si alza la maglietta, e sotto appare una t-shirt con la scritta “Why always me?”.

Balotelli contro lo United

Balotelli lancia un messaggio contro tutti i suoi critici, sempre pronti ad alzare un dito contro di lui ogni volta che si muove, contro i media che non gli danno tregua, e contro tutti quelli che a suo avviso non hanno permesso al suo talento di sbocciare appieno.

Alex Ferguson aveva bollato come “noisy neighbours”, i vicini fastidiosi, il City di quel periodo, come il cugino meno famoso che all’improvviso vuole essere protagonista. Da quel momento in poi però, il City ruberà la scena a Manchester allo United.

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