Cinquantotto anni fa oggi, il 7 giugno 1964, si è giocato a Roma l’unico spareggio per lo scudetto della storia del calcio italiano.
Di fronte il Bologna di Fulvio Bernardini e l’Inter di Helenio Herrera, in uno stadio Olimpico assolato, con la partita prevista per le ore 17.00, ma senza diretta televisiva, perché la RAI a quell’ora della domenica prevedeva la trasmissione dei cartoni animati per bambini, e pensò bene di non “stravolgere” il suo palinsesto.
Bologna e Inter di fronte a Roma quindi, ma le due squadre come sono arrivate a questo spareggio?
Il caso doping del Bologna
I rossoblù non vincevano lo scudetto dal 1941, ma quell’anno si dimostrarono una squadra pronta a lottare per i vertici assieme alle due milanesi, e in effetti il Bologna arrivò a primavera in piena corsa per il titolo.
L’1 marzo 1964, il Bologna batte il Milan, e si candida seriamente per lo scudetto. Qualche giorno dopo la partita, scoppia un caso doping, con i giocatori felsinei accusati di doping dopo che alcuni controlli in seguito alla partita giocata a febbraio con il Torino, erano risultati positivi.
A Bologna scoppia il caos, con i tifosi che scendono in piazza e accusano la federazione di favorire le squadre del nord. Il 29 marzo intanto è l’Inter ad essere di scena a Bologna. Ci si aspetta una mezza rivoluzione in città, ma la situazione rimane tranquilla, l’Inter vince 2-1 e si avvia verso lo scudetto.
Questo perché, in seguito allo scandalo doping, al Bologna è stata data persa la partita con il Torino, più è stato tolto un altro punto come penalizzazione. A quel punto scendono in campo un gruppo autonomo di avvocati bolognesi, che riescono a dimostrare che le provette utilizzate per l’antidoping sono state manomesse.
Al Bologna vengono restituiti i punti tolti dalla CAF, così che Inter e felsinei arrivano a fine campionato a pari punti.
Lo spareggio di Roma
Le formazioni:
Bologna: Negri, Furlanis, Pavinato, Tumburus, Janich, Fogli, Perani, Bulgarelli, Nielsen, Haller, Capra. All. Fulvio Bernardini
Inter: Sarti, Burgnich, Facchetti, Tagnin, Guarneri, Picchi, Jair, Mazzola, Milani, Suarez, Corso. All. Helenio Herrera
I nerazzurri arrivano allo spareggio del 7 giugno dopo che 10 giorni prima hanno giocato, e vinto, a Vienna la finale di Coppa dei Campioni contro il Real Madrid. L’Inter ha chiesto lo spostamento dello spareggio il più in là possibile, ma la Federazione non vuole andare troppo oltre.
L’Inter appare svuotata e spenta, e le parole di Gianni Brera a commento della partita, sono molto eloquenti :”si sono visti i resti dell’Inter all’Olimpico. Una sorta di labile ectoplasma di quella che era stata la squadra più grintosa e gagliarda del campionato”.
Pochi giorni prima dello spareggio, il 3 giugno, muore il presidente bolognese Renato Dall’Ara, che durante una riunione di Lega a Milano, in pratica muore fra le braccia del presidente interista Angelo Moratti, con il quale stava conversando (o litigando).
Lo spareggio non ha storia dal punto di vista del gioco, con il Bologna che controlla la partita, e la vince nell’ultimo quarto d’ora grazie alle reti di Fogli e Nielsen.
Sarà l’ultimo scudetto nella storia per i rossoblù, e sarà anche l’ultimo, e unico, spareggio per lo scudetto mai giocato nella storia del calcio italiano.
Da qualche anno, la Lega Calcio ha modificato il regolamento, e non è più previsto lo spareggio in caso di arrivo a pari punti di due squadre a fine campionato. A decidere sono gli scontri diretti, come ci è stato ripetuto più volte durante l’ultima stagione, nella quale se Milan e Inter fossero arrivati alla pari a fine campionato, avrebbero vinto i rossoneri, in virtù del vantaggio nei derby di campionato (un pareggio e una vittoria del Milan).