5 cose che ci ha detto la 7° giornata di Serie A

La settima giornata di Serie A va in archivio e torna la nazionale per il secondo break di questo inizio di stagione, e c’è chi la sosta la passerà tranquillo, e chi invece fra polemiche e arrabbiature varie.

Andiamo quindi a vedere cosa ci ha detto questa settima giornata di Serie A:

Il Napoli è solido e ora arrivano i veri esami

La squadra di Conte aveva sorpreso tutti, in negativo, alla prima giornata a Verona, quando era stata travolta ed era sembrata tutto fuorché una squadra di Conte.

Da allora, eravamo a metà agosto, molte cose sono cambiate, e il Napoli alla seconda sosta per le nazionali guarda tutti dall’alto. I gol fatti sono 14 e quelli subiti 5, quindi solo due in sei partite dopo la debacle al Bentegodi. Vero che gli Azzurri sono stati abbastanza fortunati nelle vittorie ottenute con Parma e Cagliari- anche se i sardi alla fine sono stati battuti per 4-0, ma prima di mettere al sicuro il risultato il Napoli ha tremato- ma il Napoli è diventato via via sempre più convincente, con lo scozzese McTominay che si sta imponendo come uno degli acquisti più indovinati dell’ultimo calciomercato.

Tra fine ottobre e inizio novembre, il Napoli farà visita due volte a San Siro (prima al Milan e poi all’Inter) e nel mezzo giocherà al Maradona con l’Atalanta. In quel periodo vedremo come reagirà la squadra di Conte, sempre considerando che è l’unica fra le grandi a non avere impegni europei.

La Juve di Motta soffre le squadre chiuse

È qualcosa che avevamo già visto nelle ultime due stagioni a Bologna. Le squadre di Thiago Motta si esprimono al meglio quando trovano spazi (succede un po’ a tutte le squadre a dir la verità), mentre soffrono terribilmente le difese chiuse che lasciano pochi spazi.

I bianconeri non sono riusciti a sfondare i muri di Empoli (0-0) e Cagliari (1-1), e in altre due partite in casa non sono andati al di là di 0-0 contro Roma e Napoli, in partite senza praticamente tiri in porta.

Le buone notizie per Thiago Motta arrivano dalla difesa, visto che quello subito ieri dal Cagliari su rigore è l’unica rete incassata dai bianconeri in questo inizio di campionato, e si sa che in Italia avere una difesa impenetrabile conta più di un attacco atomico.

Alla ripresa la Juventus avrà Lazio e Inter in campionato inframmezzate dall’impegno casalingo in Champions con lo Stoccarda. Tutti impegni da affrontare senza Bremer in difesa e Nico Gonzalez in attacco (con i biancocelesti mancherà anche Conceicao per squalifica).

Questo Milan non è né carne né pesce

Diciamolo subito: a nostro avviso le colpe maggiori della situazione in casa rossonera non sono del tecnico Paulo Fonseca.

Certo, il Milan sembra replicare il supplizio di Sisifo, cioè continua a portare in cima alla montagna un masso enorme per poi vederselo a fondo valle ancora ogni fine giornata, ma gli errori dei rossoneri continuano ad essere soprattutto individuali più che di squadra.

Contro la Fiorentina il Milan ha sbagliato l’approccio alla partita (e qui qualche colpa Fonseca ce l’ha), ha sbagliato due rigori, ha concesso due reti “da oratorio”, come si diceva una volta, e si ritrova a piangere la seconda sconfitta in sette partite di campionato (più due su due in Champions League).

La società quest’estate ha preso un attaccante come Morata che ormai però si ritrova a fare il trequartista, e Abraham, arrivato il 31 agosto sul gong del mercato, è diventato il titolare fisso in attacco. Idee che non ci paiono chiarissime da chi ha effettuato le scelte.

La Lazio zitta zitta avanza

La squadra di Baroni è partita in sordina, e dopo la sconfitta di Udine alla seconda giornata sembrava che si andasse incontro a una stagione di transizione.

Baroni invece ha mantenuto la calma, con la Lazio che da allora ha perso solo a Firenze per due rigori concessi ai viola nel secondo tempo. In compenso però i biancocelesti sono arrivati a 3 punti dalla vetta, e in Europa League hanno vinto le prime due partite con Dinamo Kiev e Nizza segnando complessivamente 7 gol e subendone uno. Una partenza niente male.

Il Genoa è stato smantellato e ora la colpa non può essere di Gilardino

Il Grifone in questa stagione dovrà lottare fino alla fine per la salvezza, e questo è stato chiaro dal momento dell’addio di Retegui e Gudmundsson in estate (più Dragusin lo scorso gennaio accasatosi al Tottenham).

I due, che stanno facendo benissimo rispettivamente con Atalanta e Fiorentina, non sono stati sostituiti adeguatamente, e il Genoa nelle ultime partite è andato incontro ad imbarcate contro Juve e Atalanta, e alla dolorosa eliminazione in Coppa Italia nel derby con la Sampdoria.

Gilardino è stato comunque riconfermato in panchina, e avremmo voluto vedere che la proprietà avesse deciso diversamente.

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