Trovare oggi un posto in calendario per amichevoli di questo tipo sarebbe impensabile, ma negli anni Cinquanta- e anche nei Sessanta- queste partite erano confronti indispensabili per confrontare giocatori di diverse nazionalità, in un periodo nel quale si giocavano già i Mondiali, ma non esistevano ancora i Campionati Europei, e soprattutto non erano ancora state inventate le coppe europee per i club.
Il 21 ottobre 1953 a Wembley quindi, l’Inghilterra, per celebrare i 90 anni dalla creazione della Federazione, invitò, come faceva spesso in occasioni di questo genere, una selezione dei migliori giocatori del mondo per sfidare i Maestri nel tempio del calcio britannico.
La selezione invitata fu chiamata Resto del Mondo, ma a dir la verità comprendeva solo calciatori europei, quasi tutti dell’Europa dell’ovest, e considerando i trasporti dei primi anni Cinquanta, e il mondo in generale in quel periodo, sicuramente fu una scelta più che logica.
Per l’Italia furono invitati agli allenamenti ad Amsterdam in preparazione della sfida, Giampiero Boniperti e Benito Lorenzi, ma solo il primo fu poi titolare a Wembley, e nel tempio del calcio mondiale recitò un ruolo di assoluto protagonista, come ci ricorda lo stesso Boniperti in un serie di interviste rilasciate a Mario Pennacchia nel 1966 sul Corriere dello Sport, e ripubblicate di recente in un bel libro edito da Edizioni InContropiede a cura di Marco De Polignol:” Boniperti: il calcio è una cosa meravigliosa”.
Le formazioni in campo
Inghilterra: Merrick; Ramsey, Eckersley; Wright, Ufton, Dickinson; Matthews, Mortensen, Lofthouse, Quixall, Mullen
Resto del Mondo: Zeman (Austria); Navarro (Spagna), Hanappi (Austria); Ciajkovski (Jugoslavia), Posipal (Germania Occ.), Ocwirk (Austria); Boniperti (Italia), Kubala (Cecoslovacchia), Nordahl (Svezia), Vukas (Jugoslavia), Zebec (Jugoslavia).
Le due squadre si schierarono entrambe con un 2-3-5 tipico per l’epoca, e l’Inghilterra sperava di mantenere la propria inviolabilità interna contro le squadre del continente europeo.
Nel Resto del Mondo c’erano giocatori di assoluto valore, che, a parte Boniperti, comprendevano il milanista Nordahl, l’asso Kubala del Barcellona, l’austriaco Ocwirk e l’attaccante slavo Zebec.
La partita, a cui assistettero 90mila spettatori, fu da subito combattuta, e furono gli ospiti a portarsi in vantaggio dopo 6 minuti grazie a un rigore di Kubala. Passarono appena due minuti, e Stan Mortensen, che aveva fatto impazzire l’Italia in un’amichevole vinta a Torino dall’Inghilterra contro gli Azzurri nel 1949, pareggiò per gli inglesi, ma a quel punto si scatenò Boniperti.
Lo juventino, prima su assist di Zebec, e poi su imbeccata di Nordahl, realizzò una doppietta, portando il Resto del Mondo sul 3-1.
Mullen, a cavallo dei due tempi, diede il pareggio all’Inghilterra, prima che Kubala battesse ancora Merrick, dando un vantaggio agli ospiti che sembrava ormai decisivo.
A quel punto fu l’arbitro gallese Griffith a dare una grossa mano agli inglesi per mantenere la loro imbattibilità, concedendo un rigore proprio all’ultimo minuto, che permise ai Tre Leoni di non perdere questa prestigiosa contesa, anche se chiaramente il Resto del Mondo si era dimostrata la squadra più tecnica in campo, quella che avrebbe meritato la vittoria, anche se i giocatori schierati ovviamente era la prima volta che giocavano assieme.
Quell’Inghilterra, aveva accettato di prendere parte per la prima volta ai Mondiali nel 1950 (prima gli inglesi erano rintanati in un isolamento che sapeva tanto di spocchia verso il resto del pianeta), dove aveva subito un’incredibile sconfitta per mano dei dilettanti statunitensi, ma la sconfitta più dolorosa per gli inglesi arrivò circa un mese dopo quel pareggio contro il Resto del Mondo.
Il 25 novembre 1953 infatti, l’Ungheria di Puskas espugnò Wembley con un incredibile 6-3, scrivendo una pagina completamente nuova nella storia del calcio, e proponendosi come potenza in divenire sulla scena del calcio mondiale.