Sono ormai dieci anni che parliamo di VAR.
C’è chi lo approva che chi lo disprezza, ma sicuramente il Video Assistant Referee fa discutere in ogni caso. Dalla 30° giornata di Serie A, ci sarà una novità in tema di VAR, perché sugli schermi degli stadi del massimo campionato italiano verrà indicato (senza far vedere però le immagini che stanno valutando in sala VAR a Lissone) il motivo per cui il gioco è stato interrotto. Spesso negli stadi, infatti, gli spettatori rimangono basiti sul perché intervenga il VAR, spesso devono aspettare parecchi minuti prima che venga presa una decisione, e allora il pubblico comincia a fischiare.
Dalle semifinali di Coppa Italia che andranno in scena il 2 e 3 aprile (Empoli-Bologna e Milan-Inter le partite di andata), ci sarà un’ulteriore novità, perché il pubblico allo stadio e quello a casa che segue la partita in tv, udirà la voce dell’arbitro che spiegherà perché è stata presa quella decisione al VAR (un po’ come già succede nel rugby professionistico). L’esperimento è già stato attuato anche nelle semifinali e nella finale di Coppa di Lega inglese di questa stagione.
Andiamo però a vedere come si è evoluto il VAR, e da dove si è partiti.
Quando è stata presa la prima decisione con il VAR?
Il VAR è stato approvato dall’IFAB (International Football Association Board), l’unica associazione che a livello mondiale può decidere di modificare il regolamento nel calcio, ed è stato sperimentato per la prima volta nell’amichevole Italia-Francia giocata a Bari il 1° settembre 2016.
Quella sera, non solo ci fu lo sfortunato esordio di Giampiero Ventura sulla panchina azzurra (l’Italia perse per 3-1), ma al 33’del primo tempo l’arbitro olandese Kuipers fu richiamato per la prima volta al video a bordo campo.
Motivo del contendere era un tocco di mano in barriera del francese Kurzawa, ritenuto però involontario.
La Serie A italiana è stata fra le prime leghe al mondo ad adottare il VAR, e ciò è successo con l’inizio della stagione 2017/18. Alla prima giornata ci fu subito il primo caso da moviola, quando l’arbitro Maresca viene richiamato al video in Juventus-Cagliari per un possibile rigore per i sardi. Penalty poi assegnato ma parato da Buffon a Farias.
Per quali motivi può intervenire il VAR durante una partita?
Ormai siamo abituati a vedere spettatori (e a volte anche giocatori) che chiedono, e mimano, l’intervento del VAR per qualsiasi decisione controversa, ma ricordiamo che il VAR può intervenire durante una partita solo per questi 4 specifici motivi:
- Assegnazione di un gol
- Assegnazione di un calcio di rigore
- Espulsione diretta (non quella quindi per somma di ammonizioni)
- Errore di identità (scambio del calciatore da ammonire o espellere con un altro)
Quali saranno poi i prossimi passi nell’ambito della Video Assistant Referee Technology?
Abbiamo parlato di ciò che succederà nella prossima settimana in Serie A e Coppa Italia, ma la grande novità arriverà nella prossima stagione, con quello che viene chiamato ad oggi il “VAR a chiamata”. La Serie C e la Serie A femminile si sono offerte come test di prova per questo esperimento, dove gli allenatori delle due squadre avranno la possibilità di avere due chiamate a testa durante la partita per episodi che non sono stati ritenuti meritevoli dalla sala VAR di un intervento diretto da parte loro con richiamo all’arbitro.
Ricordiamo anche che il VAR non viene reso obbligatorio per tutte le leghe, tanto che la maggior parte delle squadre dei campionati di Norvegia e Svezia ha votato per il non utilizzo della tecnologia nei rispettivi campionati, e anche un Inghilterra il pubblico è generalmente contrario al VAR, ma per ora non c’è nessuna intenzione da parte della Football Association di toglierlo.