È tutto pronto a Napoli, con le festa per lo scudetto che è già iniziata domenica scorsa al rientro dalla squadra da Torino, dove gli Azzurri, grazie all’1-0 ottenuto in extremis sulla Juventus, si sono riportati a 17 punti sulla Lazio seconda, e a una sola vittoria dal terzo scudetto della loro storia.
La partita con la Salernitana è stata spostata da sabato a domenica pomeriggio, e alla fine del derby campano, se in precedenza la Lazio non sarà riuscita a battere l’Inter a San Siro, la squadra di Spalletti potrà ottenere la matematica certezza del titolo.
Lo scudetto arriverebbe con 6 giornate di anticipo, in maniera diversa da come è arrivato nelle precedenti due occasioni in cui il Napoli si è laureato campione, perché il titolo era arrivato alle ultime giornate.
Napoli campione d’Italia 1986/87
Il 10 maggio 1987 è la data che tutti i tifosi del Napoli hanno impresso nella memoria, anche quelli che all’epoca non erano ancora nati, ma quella data è stata tramandata a loro dai nonni e da genitori.
Il 10 maggio 1987 infatti, grazie al pareggio in casa con la Fiorentina, il Napoli di Diego Armando Maradona vince il primo scudetto della storia. È un titolo più che meritato per la squadra allenata da Ottavio Bianchi, che domina per quasi tutto il campionato, cedendo solo tra febbraio e marzo, quando l’Inter di Trapattoni, dopo aver battuto il Napoli a San Siro per 1-0 il 22 marzo con un gol di Bergomi, si avvicina pericolosamente agli Azzurri.
Maradona però non trema, e conduce i suoi compagni alle vittorie con Juventus e Milan, e a tre giornate dalla fine, mentre l’Inter cade clamorosamente ad Ascoli, il Napoli pareggia a Como, apparecchiandosi così la festa per la domenica successiva al San Paolo con la Fiorentina (1-1 il finale).
Lo scudetto sarà vinto dagli Azzurri con tre punti di vantaggio sulla Juventus, che nelle ultime giornate ha scavalcato l’Inter, che si piazza così a 4 punti dal Napoli campione d’Italia per la prima volta nella storia.
La stagione del Napoli avrà poi la ciliegina sulla torta con la conquista della Coppa Italia, vinta nella doppia finale sull’Atalanta retrocessa.
Napoli campione d’Italia 1989/90
Il secondo scudetto partenopeo è sicuramente più travagliato, e si porta dietro tante polemiche.
Napoli e Milan si erano già contesi lo scudetto nel 1988, e quella volta era stata la squadra di Sacchi a superare gli Azzurri a fine campionato, e il duello si ripete anche nella stagione 1989/90.
Le due squadre arrivano a fine campionato appaiate, tanto che fino a due giornate dalla fine si parla di un possibile spareggio scudetto. Le polemiche però sono scoppiate prima, l’8 aprile 1990, quando si gioca la 32° giornata di campionato. Il Napoli è ospite dell’Atalanta, dove la partita si sta concludendo sullo 0-0. Ad un certo punto però una rondella lanciata dagli spalti colpisce il brasiliano Alemao, che cade a terra ed è costretto ad uscire. Negli anni a venire si saprà che è stato il massaggiatore del Napoli Carmando a “consigliare” al centrocampista azzurro di rimanere a terra, così da poter ottenere la vittoria a tavolino (che prontamente arriva). Nel frattempo però anche a Bologna, dove è di scena il Milan di Sacchi, le polemiche non mancano, perché alla sera la moviola mostrerà che in una mischia in seguito a un tocco del centravanti felsineo Marronaro, la palla finirà alle spalle di Pazzagli, ma l’arbitro lascia proseguire, e la partita finisce 0-0.
Lo scudetto si deciderà alla penultima giornata, quando il Milan cadrà a Verona (la seconda Fatal Verona dopo quella del 1973) fra le polemiche- finirà con 3 espulsi più Sacchi dalla panchina- mentre in Napoli si impone a Bologna per 4-2. La matematica però arriva solo all’ultima giornata, quando il gol di Baroni, oggi allenatore del Lecce, consente al Napoli di battere al San Paolo la Lazio, mentre il Milan sul campo neutro di Bergamo-per la squalifica di San Siro in seguito agli incidenti avvenuti a Verona la domenica precedente- batte il Bari per 4-0, ma arriva a due punti di distanza dal Napoli campione d’Italia.
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