Italia e Catenaccio sembrano essere due termini associati e indissolubili nel mondo del calcio.
All’estero ci hanno sempre identificato, e in molti casi ci identificano ancora oggi, come il Paese del Catenaccio, dell’arte di difendersi, del “primo non prenderle”, e guardando la storia del calcio nostrano, non si può dire che non ci sia un fondo di verità.
Dobbiamo però aggiungere che nel calcio bisogna sia saper attaccare che difendere, e che un calcio a volte difensivo, ha portato ottimi risultati alle nazionali e alle squadre italiane, e non sempre deve essere visto come qualcosa di negativo.
Quello che non molti sanno però, è che il Catenaccio non è nato in Italia, bensì in Svizzera, e il suo “inventore” è stato un allenatore austriaco.
Chi era Karl Rappan?
Rappan è nato a Vienna nel 1905, ed è stato prima calciatore e poi allenatore nel campionato svizzero.
Da allenatore ha vinto 5 campionati con il Grasshoppers e uno con il Servette, più altre 8 coppe svizzere con “le Cavallette” e una con la squadra di Ginevra. Rappan però entra nella storia del calcio allenando la nazionale svizzera, che porta ai Mondiali di Francia del 1938.
La Svizzera all’epoca era forse la nazionale più debole nell’Europa Centrale, e Rappan, stufo di subire caterve di gol da nazionali decisamente più forti e tecniche come Austria, Cecoslovacchia e Ungheria, decide di introdurre una novità tattica nella squadra, arretrando i due centromediani in difesa, con uno che si occuperà del centravanti avversario, mentre l’altro rimane libero da marcature, e nascerà così il ruolo dello “sweeper”, o del battitore libero in italiano, che andrà a schierarsi dietro la linea dei propri difensori.
Con una tattica più difensiva, in una squadra priva di grandi individualità, Rappan comincia ad ottenere risultati con la Svizzera, che batte per 2-1 la fortissima e all’epoca isolazionista Inghilterra prima dei Mondiali, e poi in Francia sconfigge 2-0 la Germania- che aveva appena annesso politicamente e calcisticamente l’Austria- per poi cedere con lo stesso punteggio all’Ungheria, che arriverà a giocarsi la finale, perdendola, contro l’Italia di Vittorio Pozzo.
Nasce così il “verrou”, l’antesignano del Catenaccio, e in Italia saranno molti gli allenatori a prendere appunti dalle novità introdotte dalla Svizzera.
Chi ha adottato il Catenaccio in Italia?
L’Italia calcisticamente è sempre stata molto ricettiva da un punto di vista tattico, e il primo Catenaccio all’italiana è associato alla figura di Gipo Viani. La leggenda racconta che l’allenatore veneto una mattina, passeggiando lungo il porto, la sua attenzione fu attirata dai pescherecci, che oltre a una prima rete che intrappolava il pesce, ne avevano una seconda, che andava a raccogliere tutto il pescato che cadeva dalla prima rete. A Viani si accese una lampadina, e capì che alla sua Salernitana mancava proprio quella seconda rete, cioè un difensore schierato dietro la linea difensiva che avrebbe intercettato gli attaccanti avversari che erano riusciti a superare la prima linea di difesa.
Viani però allenava una squadra che lottava per salvarsi, mentre Alfredo Foni sulla panchina dell’Inter vinse lo scudetto nelle stagioni 1952/53 e 1953/54, adottando un vero e proprio Catenaccio. Nella prima stagione l’Inter si laureò campione d’Italia segnando solo 46 reti in 34 partite, 27 meno della Juventus seconda, ma concesse solo 24 reti. La fase difensiva stava diventando più importante di quella offensiva nel campionato italiano, una tradizione che si è poi consolidata nel tempo.
Giornalisti come Gianni Brera esaltarono il Catenaccio, ritenuto perfetto per gli atleti italiani, che non avevano caratteristiche fisiche importanti, ma che con questo modulo potevano aspettare gli avversari, e poi colpirli nel momento di debolezza. Allenatori come Helenio Herrera e Nereo Rocco hanno portato il Catenaccio ad una fase ancora successiva, vincendo tutto in Italia, in Europa e nel mondo alla guida di Inter e Milan.
Qual è la curiosità legata a Rappan?
Rappan non fu solo l’inventore del Catenaccio prima maniera, ma a lui è legata anche la creazione della Coppa Rappan, chiamata anche Coppa d’Estate, che si è giocata per la prima volta nel 1962, e serviva alle squadre europee per mantenere i giocator in forma durante i mesi estivi.
Questa coppa si è poi evoluta nel tempo, diventando Coppa Intertoto (perché teneva vivi i concorsi a pronostici in alcuni paesi europei durante l’estate), e nel 1995 per un breve periodo venne presa in consegna anche dall’UEFA.