Nella scorsa stagione il Mian è tornato dopo 8 anni a calcare i campi della Champions League, e quest’anno i rossoneri saranno ancora presenti nella massima competizione europea da Campioni d’Italia in carica.
I tifosi rossoneri si vantano giustamente di essere gli unici in Italia ad aver alzato 7 volte la Coppa Campioni/Champions League (in Europa solo il Real Madrid con 14 successi ha fatto meglio), ma il Milan è stata anche la prima squadra italiana ad alzare la Coppa dei Campioni, quando trionfò nello splendido scenario di Wembley il 22 maggio 1963.
Era il Milan che era stato costruito da Nereo Rocco, e che l’anno precedente aveva dominato la Serie A. I rossoneri erano già arrivati in finale di Coppa dei Campioni nella stagione 1957/58, ma avevano dovuto cedere ai supplementari al fortissimo Real Madrid (2-3).
Ora sembrava davvero la volta buona, e quel Milan non mancò l’occasione di entrare nella storia.
La Coppa dei Campioni 1962/63
Quel Milan esordì in coppa distruggendo i lussemburghesi dell’Union Luxembourg, per un complessivo 14-00 fra andata e ritorno. Il mattatore delle due gare fu Josè Altafini, che si sarebbe laureato capocannoniere di quell’edizione di Coppa dei Campioni con 14 reti.
Nel secondo turno gli uomini di Rocco sistemarono la pratica Ipswich Town grazie al 3-0 di San Siro, rendendo indolore l’1-2 subito al ritorno in Inghilterra.
Nei quarti di finale il Galatasaray non poteva certo essere avversario in grado di contrastare quel Milan (complessivo 8-1 per i rossoneri), come anche il Dundee United in semifinale, che fu abbattuto per 5-1 a San Siro, prima della sconfitta per 0-1 in Scozia.
A quel punto solo il Benfica, vincitore della Coppa dei Campioni nei due anni precedenti (i portoghesi avevano spezzato l’egemonia del Real Madrid), si ponevano come ostacolo fra il Milan e la storia.
La finale di Coppa dei Campioni 1963
Il Milan scese in campo a Wembley schierato con il “sistema”, con un adattamento però più nelle corde di Rocco, quindi più difensivo rispetto a un sistema classico.
Fra gli ospiti erano tanti i campioni in campo, da Mario Coluna a Josè Augusto, ma soprattutto la “Pantera Nera” Eusebio, già protagonista nella finale di Coppa dei Campioni vinta contro il Real Madrid, e uomo copertina di questa finale di Wembley.
Eusebio portò infatti in vantaggio il Benfica dopo 19 minuti, e fece letteralmente impazzire Benitez, che non riusciva a tenere la marcatura. In campo i rossoneri- in quella finale in campo con la maglia bianca, che sarebbe diventata una piacevole tradizione per le finali europee del Milan- si parlarono fra di loro, e Trapattoni decise di scambiarsi la marcatura con Benitez, e fu il Trap ad andare su Eusebio, con risultati decisamente migliori per il Milan.
Nell ripresa, limitato Eusebio, si scatenò Altafini, che con una doppietta nel giro di 10 minuti a metà del secondo tempo, ribaltò la contesa.
Il Milan seppe difendersi e reggere agli assalti dei portoghesi (che giocarono parte della ripresa praticamente in dieci, perché Coluna, colpito da Pivatelli, rimase in campo solo perché non erano ancora ammesse le sostituzioni) e riuscirono così a portare la casa la partita.
In campo a Wembley, ma anche fra chi seguiva la partita in diretta dall’Italia alla radio (la RAI non aveva previsto diretta televisiva), si scatenò il tripudio, e Cesare Maldini poté così salire i gradini di Wembley per alzare al cielo la prestigiosa Coppa dei Campioni. Una prima volta assoluta per l’Italia.
Quel 22 maggio 1963 fu una prima volta per il Milan, a cui poi sarebbero seguiti altri 6 successi in Coppa Campioni/Champions League.