Dopo una partita di grande sofferenza e sacrificio, l’Italia di Spalletti è riuscita a strappare il punto che serviva a Leverkusen contro l’Ucraina, e ha ottenuto la qualificazione al prossimo Europeo in Germania nel 2024, un risultato fondamentale per tutto il movimento calcistico italiano.
Luciano Spalletti ha preso in mano questa squadra dopo “la fuga” di Roberto Mancini a Ferragosto, e, non senza patemi d’animo, l’ha condotta a una qualificazione sofferta nel girone alle spalle dell’Inghilterra, e a pari punti con gli ucraini (ma in vantaggio negli scontri diretti), che ora saranno costretti a cercare l’Europeo tramite i playoff di marzo.
In queste partite con Spalletti alla guida, e soprattutto nell’ultima con l’Ucraina, abbiamo visto cose buone e altre meno, e qui vogliamo trarre un primo bilancio su cosa va e su cosa bisogna migliorare in vista dell’Europeo.
Cosa va in casa Italia
Abbiamo una strategia di gioco
Arrigo Sacchi ha tessuto più di una volta le lodi di Spalletti, definendolo un allenatore con una strategia, e non solo uno con una tattica, come i tecnici che lui non ama.
Il compito di Spalletti non era facile, perché arrivava in un ambiente piuttosto depresso, reduce da un Mondiale mancato, dalla sconfitta con l’Inghilterra e dalla sofferta vittoria con Malta, e a poche settimane da due partite decisive per l’Europeo.
L’Italia però ha sempre dimostrato nelle ultime partite di sapere cosa fare quando ha la palla fra i piedi, e poche volte è andata in affanno quando la palla ce l’hanno gli altri- l’ultima mezzora della partita con gli ucraini è stata la spiacevole eccezione.
Il blocco Inter ha molta consapevolezza
Questa Italia forse non ha un leader tecnico, ma il blocco di giocatori dell’Inter, dopo la finale di Champions League raggiunta nella scorsa edizione, ha assunto un’altra consapevolezza delle proprie capacità. In primis Barella, ma poi anche Bastoni, Dimarco, Acerbi, Darmian e il nuovo arrivato Frattesi, dimostrano tutti di saper reggere le pressioni, e di saper navigare anche quando il mare si fa increspato.
Abbiamo in Chiesa il nostro fuoriclasse
Sarà vero che l’Itala non ha un Bellingham o un Mbapppè, ma quante nazionali possono vantare un giocatore come Federico Chiesa?
Ci sorprende come non ci sia la fila di squadre di Premier League per l’esterno della Juventus, che, se messo nelle condizioni di performare al meglio sulla fascia, può essere devastante.
Chiesa attacca la profondità, è bravo a crossare, pericoloso al tiro, e in più lo si trova anche a difendere quando c’è bisogno di farlo.
Un giocatore che definiremmo totale, o almeno “un’ala totale”, un calciatore moderno che, come nell’Europeo vinto nel 2021, può essere ancora decisivo.
Cosa non va in casa Italia
Manca un centravanti
Non è una novità, ma questa nazionale non ha un centravanti affidabile.
Ciro Immobile sembra aver passato gli anni migliori, Gianluca Scamacca è stato il più deludente nel secondo tempo con gli ucraini, e non sembra il profilo su cui fare cieco affidamento, mentre Giacomo Raspadori lotta e si sbatte come pochi, ma non è certo un vero centravanti d’area.
Kean e El Shaarawy sono degli esterni, mentre Retegui sta recuperando dall’infortunio, ma non siamo sicuri che possa essere il profilo giusto.
Questa è una mancanza evidente nella rosa di Spalletti, ma quando abbiamo vinto i Mondiali nel 2006 o l’Europeo 2021, i centravanti sono stati decisivi? Diremmo proprio di no.
Jorginho è il regista giusto?
Criticato per l’ennesimo rigore sbagliato venerdì contro la Macedonia del Nord, Jorginho però aveva disputato una buona partita contro i macedoni, mentre è stato molto in ombra nella sfida decisiva contro l’Ucraina.
L’italo-brasiliano ha ritrovato un ruolo da titolare nel centrocampo dell’Arsenal, ma la sua regia, spesso lucida, rallenta il gioco di squadra, e soprattutto Jorginho non fa filtro, e spesso viene travolto fisicamente dagli avversari. Cristante può essere un’alternativa, ma sulla regia anche il giocatore della Roma ci lascia più di un dubbio.
Migliorare l’equilibrio di squadra
Dopo un’ottima ora di gioco contro gli ucraini, la squadra ha rinunciato a giocare, anche per merito degli avversari, che hanno alzato la pressione.
Il rischio a Leverkusen è stato molto alto, perché a un certo punto l’Italia non sembrava più equilibrata, e i cambi di Spalletti non hanno aiutato, anzi.
Una cosa simile l’avevamo vista a Wembley contro l’Inghilterra, dove dopo una buona partenza, la squadra è poco a poco sparita dal campo.
Quando si alza il livello dell’avversario, questa squadra perde le distanze fra i reparti, rischia di slegarsi, e questo è un aspetto da migliorare.