L’annuncio era nell’aria, ma è arrivato un po’ a sorpresa.
Nella notte in cui il Milan saluta il suo pubblico e dà appuntamento alla prossima stagione, era previsto che Zlatan Ibrahimovic salutasse il Milan, ma non era da tutti previsto che Ibra desse l’addio al mondo del calcio.
Anche Pioli e i suoi compagni lo hanno saputo solo nelle ultime ore, e a nulla è valso il lungo corteggiamento di Adriano Galliani, che aveva proposto allo svedese il “buen retiro” di Monza, dove Ibrahimovic avrebbe potuto provare a ricominciare con il calcio giocato in un ambiente meno stressante anche se ambizioso, e avrebbe potuto così prepararsi per gli Europei del 2024 con la Svezia, ai quali sarebbe arrivato da quasi 43enne.
Il fenomeno svedese però ha detto basta, dopo una stagione davvero complicata, nella quale è sceso in campo solo per scampoli di partita, e di lui rimarrà solo il ricordo del rigore realizzato nella sconfitta rossonera a Udine lo scorso 18 marzo, gol che ha permesso a Ibra di diventare comunque il marcatore più anziano nella storia della Serie A.
L’addio davanti al pubblico di San Siro è stato emozionante, ma Ibra ha ribadito subito nella conferenza stampa post-gara organizzata nella pancia di San Siro che, seppur gli mancherà la vita di spogliatoio, non ha intenzione di buttarsi nella carriera di allenatore. Almeno per ora.
Il futuro di Ibrahimovic rimane quindi nebuloso. Forse a breve tornerà nel mondo del calcio, ma ad oggi non sappiamo in che ruolo.
I numeri di Ibrahimovic nel secondo mandato al Milan
Ibrahimovic è stato chiamato al Milan nel gennaio del 2020, per provare a risollevare una squadra in caduta libera, che arrivava dalle 5 sberle prese a Bergamo con l’Atalanta. Di lì a poco sarebbe scoppiata la pandemia, e il calcio si sarebbe fermato, ma lo svedese da subito si è calato nei panni del leader, facendo crescere l’autostima in compagni che sembravano aver poca fiducia nelle loro possibilità.
In totale, Ibrahimovic ha sommato 64 presenze e realizzato 34 gol in questa sua seconda esperienza rossonera- la prima è stata dal 2010 al 2012- e nella scorsa stagione ha trascinato la squadra verso uno scudetto del tutto insperato alla vigilia. Ibra ha iniziato ad accusare problemi importanti al ginocchio già nella scorsa stagione, e il ritiro sembrava vicino un anno fa dopo aver festeggiato lo scudetto, ma lo svedese, dopo l’operazione al ginocchio, ha provato ad andare avanti, anche se la stagione 2022/23 non è mai veramente entrata nel vivo per lui.
Il suo ultimo gol in maglia rossonera rimane quindi quello menzionato prima a Udine, e quella rimane anche la sua ultima presenza in campo da giocatore.
Il Milan ora deve rifare l’attacco
Con Ibrahimovic fuori dal calcio giocato, e con Giroud che non può reggere da solo la baracca come ha fatto quest’anno, Maldini e Massara si devono mettere subito al lavoro per rifare quasi da zero il reparto avanzato del Milan. Origi e Rebic son reduci da una stagione molto deludente e, se arriveranno offerte, saluteranno sicuramente Milanello, così che i rossoneri hanno bisogno di rimpolpare il reparto offensivo con almeno 2/3 giocatori di livello.
I nomi che sono usciti per ora sono quelli del belga Lois Openda, che arriva da una stagione al Lens da 21 reti e 4 assist, e oltre a lui si è parlato anche di Marko Arnautovic, che non è più un giovane di belle prospettive da tempo- cioè i profili che di solito ricerca il Milan di Cardinale- ma che potrebbe essere utile alla causa.
Ciò che è certo è che l’attacco è una priorità per i rossoneri, che al più presto devono fornire nuovi profili a Pioli, per rinforzare un reparto che in questa stagione ha deluso davvero parecchio.