Sono passati cinquant’anni.
Cinquant’anni esatti oggi, perché era il 14 novembre del 1973, e gli Azzurri del calcio espugnavano per la prima volta Wembley, battendo i Maestri inglesi. In precedenza c’erano stati i “Leoni di Highbury” del 1934, la nazionale di Vittorio Pozzo che, fresca di titolo mondiale vinto a Roma pochi mesi prima, affrontò gli inglesi in casa loro, e a quel tempo la nazionale di Sua Maestà non aveva ancora accettato di partecipare ai Campionati del mondo, sia per una diatriba con la FIFA, ma ancor di più per il senso di superiorità che il calcio inglese aveva in quel periodo su tutto il resto del mondo. La squadra italiana si batté con orgoglio, volarono tante botte da entrambe le parti, e gli Azzurri uscirono sconfitti in maniera dignitosa per 3-2.
C’erano state poi altre partite a Wembley, ma l’Italia era sempre uscita sconfitta.
La vittoria a Wembley nel 1973
La nazionale di Ferruccio Valcareggi aveva già battuto gli inglesi a giugno a Roma sempre in amichevole per 2-0, ma era sul suolo britannico che mancava l’impresa degli Azzurri.
Quel giorno il ct azzurro presentò in campo una squadra ricca di talento, che farebbe impallidire i talenti nostrani di oggi, alle prese nei prossimi giorni con una difficile qualificazione al prossimo Europeo. Valcareggi poteva contare su Zoff in porta, Facchetti a scorrazzare sulla fascia sinistra, Capello in regia, e un certo Gianni Rivera dietro a due punte come Riva e Chinaglia.
Insomma, una squadra di tutto rispetto, reduce dal secondo posto mondiale in Messico nel 1970, e che si sarebbe presentata al prossimo Mondiale in Germania nel 1974 come una delle favorite (e invece fu un flop assoluto).
Gli inglesi, allenati ancora da Alf Ramsay, che li aveva guidati al successo mondiale in casa nel 1966- rimane l’unico dell’Inghilterra ad oggi- affrontavano un periodo di involuzione e cambiamenti, ma volevano vincere a tutti i costi quella sera piovosa di novembre a Wembley per dedicare la vittoria alla Principessa Anna, figlia di Elisabetta II, che si era sposata proprio quel pomeriggio.
Gli inglesi, come da tradizione, partirono all’assalto, e Dino Zoff salvò gli Azzurri con più di un intervento decisivo. A quattro minuti dalla fine però, fu Capello a far ripartire l’Italia dalla propria metà campo, lanciando Chinaglia sulla fascia destra. Long John, che era cresciuto in Galles dove il padre aveva aperto un ristorante, aveva dichiarato di odiare gli inglesi qualche giorno prima della partita, infiammando la stampa di tutta l’Inghilterra, che aveva bollato gli italiani come “camerieri”, sia per sottolineare il lavoro di Chinaglia nel ristorante di papà, sia per i tanti italiani emigrati a Londra che lavoravano soprattutto nel campo della ristorazione.
Chinaglia comunque si involò sulla fascia e, invece di crossare, pensò di tirare forte e teso verso il portiere Shilton, che non riuscì a trattenere la palla, che finì così sui piedi di Capello, che aveva seguito un’azione che lui stesso aveva iniziato, e il centrocampista della Juventus riuscì a segnare anche se toccò il pallone maldestramente solo con i tacchetti.
Era fatta, l’Italia aveva espugnato per la prima volta il mitico stadio di Wembley.
Le formazioni:
Inghilterra: Shilton, Madeley, Hughes, Bell, McFarland, Moore, Currie, Channon, Osgood, Clarke (Hector dal 74’), Peters. All. Ramsay
Italia: Zoff, Spinosi, Facchetti, Benetti, Bellugi, Burgnich, Causio, Capello, Chinaglia, Rivera, Riva. All. Valcareggi
Com’era la situazione delle nazionali di Italia e Inghilterra nel 1973
Abbiamo detto degli Azzurri, reduci dal bel Mondiale messicano, e qualificati senza problemi a quello di Germania. Le cose però in terra tedesca non andarono come sperato e gli Azzurri, dopo la vittoria in rimonta su Haiti nella prima uscita, pareggiarono con l’Argentina e persero con la Polonia, dando così l’addio al Mondiale già dopo il primo turno.
L’Inghilterra però era messa anche peggio, perché a quel Mondiale del 1974 non partecipò nemmeno, eliminata proprio dalla Polonia, che dopo aver battuto 2-0 gli inglesi in casa, riuscì ad ottenere il pareggio decisivo a Wembley, un mese prima della vittoria italiana firmata da Capello.
La nazionale inglese mancò poi anche il Mondiale successivo nel 1978, e in quell’occasione fu l’Italia di Bearzot a lasciarla a casa, anche se nei due scontri diretti gli Azzurri vinsero 2-0 in casa, ma persero poi con lo stesso punteggio a Wembley.